Distretto del Cibo

I distretti del cibo

 Cosa sono?

I Distretti del Cibo sono organismi previsti dalle leggi nazionali e regionali sull’agricoltura per promuovere l’organizzazione del settore agricolo e delle sue aziende, in collaborazione con gli enti locali e con tutti gli altri operatori legati al tema del cibo e del territorio (ristoratori, aziende della trasformazione, settore turistico, associazioni culturali).

I Distretti del Cibo operano su territori identificati da coloro che li costituiscono per promuovere le produzioni agricole e le relative filiere. Sono istituiti dopo aver ricevuto il riconoscimento da parte della Regione Piemonte a seguito della presentazione di una specifica domanda di riconoscimento da parte dei fondatori del distretto. Possono essere costituiti in varie forme giuridiche: associazione, cooperativa, consorzio, ecc. in funzione delle esigenze degli aderenti che decidono di costituire il distretto.

Per costituire un distretto del cibo vengono preparati due documenti fondamentali:

• l’Accordo nel quale sono definiti il territorio di riferimento, le regole per aderire, le regole di funzionamento dell’assemblea degli aderenti;

• il Piano del Distretto nel quale sono definiti gli obiettivi che si vogliono raggiungere e le azioni necessarie a raggiungere gli obiettivi.

 A cosa servono?

In accordo con il regolamento regionale il Distretto del Cibo promuove le attività agricole, i prodotti e il territorio in cui si collocano le produzioni.

Il Distretto del Cibo è un organismo importante per reperire risorse economiche per attuare il Piano del Distretto e realizzare gli interventi a favore del settore agricolo e dei settori che concorrono a valorizzare il territorio e le sue produzioni.

Tutela le produzioni del territorio e promuove la nascita di filiere nelle quali il valore dei prodotti sia riconosciuto in modo giusto a tutti gli attori coinvolti, tra cui le aziende agricole.

Promuove l’innovazione e l’occupazione anche attraverso progetti di ricerca per garantire la competitività delle aziende, dell’offerta di prodotti agricoli e per individuare forme innovative di cooperazione tra agricoltori e operatori che favoriscono la valorizzazione dei prodotti e del territorio.

Perché è importante aderire

Gli aderenti al Distretto del Cibo sono i protagonisti e decidono come procedere per risolvere le criticità che incontrano nella loro attività e quali soluzioni adottare per risolverle.

È importante aderire perché gli aderenti possono contribuire a definire un Accordo e un Piano del Distretto rispondenti alle esigenze delle aziende e del settore che rappresentano.


 Cosa vuol dire costituire un Distretto del Cibo

Vuol dire costituire un’entità che può assumere la forma di Associazione o cooperativa o altra struttura aggregativa. Il suo funzionamento organizzativo dovrà rispettare le norme di legge previste per la forma organizzativa prescelta. In ogni caso, dovrà avere un Organo Direttivo votato dall’Assemblea dei Soci

Chi paga la costituzione e il funzionamento del Distretto del Cibo?

Data l’importanza che riveste il Distretto del Cibo per la cooperazione del territorio e per l’acquisizione di Fondi di finanziamento, tutte le spese di costituzione e di progettazione del Distretto (compreso il piano di Distretto) saranno sostenute dai Comuni. Inoltre, sono previsti sostegni da Città Metropolitana e dalla Regione per l’atto costitutivo e per dare avvio alle progettazioni.

 Chi può aderire al Distretto del Cibo?

Innanzitutto, devono aderire le aziende agricole. Un Distretto del Cibo deve contenere almeno 100 aziende agricole, pena l’esclusione da parte della Regione Piemonte. Inoltre, possono aderire e quindi apportare idee e benefici tutti i soggetti che operano indirettamente o direttamente con il settore agroalimentare (attività di vendita, scuole, associazioni culturali…). Alla costituzione del Distretto del Cibo partecipano anche la Diocesi di Pinerolo e la Diaconia Valdese.

 Cosa si richiede alle aziende aderenti?

A livello economico, non si richiede nulla, a meno che l’Assemblea e quindi l’organo direttivo decida di definire a titolo simbolico una tessera associativa.

A livello di partecipazione, si richiede la presenza alle riunioni, l’apporto della professionalità e dell’esperienza al fine di individuare le caratteristiche del Territorio, le sue esigenze e i possibili sviluppi al fine di rendere il Piano di Distretto un documento concreto e realizzabile. 

 Chi supporta i Comuni e le aziende nella redazione del Piano di Distretto e di tutte le operazioni burocratiche da espletare?

Né i comuni, né le aziende hanno la professionalità per fare queste operazioni. Il Comune capofila, nel nostro caso Pinerolo (1), ha incaricato una società di consulenza che si occuperà di tutto il processo.

 Quali sono quindi i primi passi da compiere?

Le aziende che intendono aderire verranno contattate dalla società di consulenza per informarle in maniera dettagliata sul processo e si chiederà loro di compilare un questionario. A seguire, sulla base di colloqui e incontri successivi, si farà l’Accordo di Distretto e il Piano da presentare in Regione per il riconoscimento; sempre con il supporto della società di consulenza. Se la Regione riconosce il Distretto, da quel momento, l’ente potrà operare e valutare come proseguire le sue attività sia per raccogliere i finanziamenti messi a disposizione per i Distretti del Cibo, sia per trovare azioni da compiere a favore di tutti gli aderenti, in vari ambiti (dalla promozione dei prodotti, alla logistica, alla fornitura di beni comuni, alla gestione del personale stagionale, alla formazione…).


(*) Comuni promotori: Pinerolo, Cavour, Cercenasco, Scalenghe, Vigone, Villafranca Piemonte.


Aiutaci a divulgare!


In questa fase iniziale del progetto che ormai è diventato realtà in seguito al coinvolgimento delle 16 amministrazioni comunali che hanno aderito, è indispensabile ora coinvolgere le aziende agricole del territorio e che queste compilino il modulo swot, qui sotto allegato, in formato cartaceo o digitale, in modo che gli operatori del settore possano conoscere le peculiarità, le problematiche e le prospettive del territorio. Possono però aderire e compilare questo modulo, e quindi apportare idee e benefici, tutti i soggetti che operano indirettamente o direttamente con il settore agroalimentare (attività di vendita, scuole, associazioni culturali, turismo ecc.)

Per questo vi chiediamo di divulgare l’esistenza di questo progetto e di aiutare gli esperti coinvolti a conoscere meglio il territorio compilando il modulo sotto riportato (anche in modo completamente anonimo) finalizzato all’individuazione degli obiettivi"

Compila il modulo sottostante (scheda SWOT), ci aiuterà a definire gli obiettivi!

Questo modulo è finalizzato alla raccolta delle istanze dei portatori di interesse del territorio del Distretto del Cibo.

Per procedere all'individuazione degli obiettivi Vi chiediamo di rispondere alle seguenti domande indicando:

  1. I punti di forza del territorio relativamente al suo tessuto produttivo, sociale, culturale e ambientale
  2. I punti di debolezza del territorio relativamente  al suo tessuto produttivo, sociale, culturale e ambientale
  3. Le opportunità che in contesto regionale, nazionale e internazionale offrono per lo sviluppo del Distretto del Cibo
  4. Le minacce provenienti dal contesto regionale, nazionale e internazionale che potrebbero ostacolare il  Distretto del Cibo
  5. I fabbisogni degli operatori del settore Agroalimentare del territorio del Distretto del Cibo


Individuazione degli Obiettivi


Se preferisci puoi stampare la scheda cartacea del modulo, compilarla e inviarla a murgese@seacoop.com


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